Stonex One: è tutto oro ciò che luccica?

Da qualche mese a questa parte, a tenere banco sulla scena mobile italiana è indubbiamente Stonex One, lo smartphone su cui ci ha messo la faccia Francesco Facchinetti, uno che di certo non passa inosservato.           Inutile dire che questa vicenda sta appassionando un pò tutti gli addetti ai lavori, me compreso, in quanto c’è oggettivamente la curiosità di poter toccare con mano questo prodotto, di poter capire cosa ha effettivamente partorito questa azienda.                                                                                                             Tutto questo però è stato accompagnato da enormi polemiche e critiche (probabilmente era proprio l’obiettivo di Facchinetti, far parlare il più possibile di questo progetto), legate essenzialmente alla poca trasparenza che fino ad ora ha accompagnato lo Stonex One.                                                                             Il modello di marketing studiato per questo prodotto è molto simile a quello del One Plus One, quindi fortemente basato sul web e sulla creazione dell’aspettativa attraverso video e notizie rilasciati con scadenza mensile e che vanno a svelare le caratteristiche a poco a poco, al fine appunto di ingolosire i potenziali acquirenti.                                                                                                                                             Ci sono però diversi aspetti controversi su cui voglio cercare di fare luce in questo articolo, basato essenzialmente su una puntigliosa ricerca sul web che ho condotto da circa due settimane, appunto perchè incuriosito da questi progetto. Procediamo con ordine:
1) La prima critica che viene mossa a Stonex One è quella di essere un rebrand di un non meglio precisato terminale “cinese”. E’ vera questa cosa? Beh, innanzitutto il passato dell’azienda non depone a suo favore in questo caso. Si, perchè Stonex è un’azienda attiva nel campo della telefonia già da qualche anno, ed ha in passato prodotto dei terminali come l’Ultra 2 e l’Evo che erano dei palesi rebrand di altri terminali di provenienza “asiatica”. Ad onor del vero, mi è capitato tra le mani l’Ultra 2 qualche tempo fa e devo dire che, in relazione al prezzo di vendita (199 euro n.d.r.), l’ho trovato un prodotto valido.                                             Ora, lo Stonex One monta un processore (il Mediatek 6795 OctaCore) che , nonostante sia stato messo a catalogo da MediaTek nel settembre 2014, la sua industrializzazione sta tardando, ed infatti non abbiamo ancora sul mercato dei prodotti equipaggiati con questo SOC. E qui si apre il primo grande dubbio relativo allo smartphone “targato” Facchinetti: più volte è stato sottolineato che lo Stonex One non sia un rebrand di un qualche altro prodotto asiatico, ma se questo fosse la conseguenza del fatto che il processore di cui è dotato non è stato ancora distribuito in massa? E se i tempi dilatati per vedere sul mercato lo Stonex One siano dettati proprio dal fatto che l’eventuale “controparte” cinese debba ancora essere ultimata?                   In tal senso, vorrei segnalarvi questo prodotto, ovvero l’ElePhone Vowney. Si tratta di un uno smartphone cinese, che condivide praticamente la stessa identica scheda tecnica dello Stonex One: stesso processore, stesso modulo fotografico, stessa tecnologia di memoria. Esteticamente sembra abbastanza differente dal modello di Facchinetti, ma la piattaforma hardware pare essere praticamente al stessa. Anche l’Elephone Vowney non è ancora sul mercato ma è pre-ordinabile. Che possa essere questo il prodotto rebrandizzato di cui tanto si parla? Beh, per adesso non ci sono prove concrete, ma personalmente seguirò da vicino le fasi di commercializzazione di questo prodotto, e vi terrò aggiornati in tal senso;
2) altra cosa che sta scatenando polemiche è “l’atteggiamento” di Facchinetti all’interno della campagna pubblicitaria dedicata allo Stonex One. Bisogna ovviamente capire che, volendo pubblicizzare un prodotto, è abbastanza ovvio tentare di esaltarlo e magari “screditare” la concorrenza.  E’ un qualcosa che, ad esempio, avevamo già visto con il One Plus One, con l’azienda perennemente impennata a sottolineare i punti a favore del proprio smartphone rispetto a quelli dei competitors.                                                                         Il problema però è che Facchinetti ha assunto un ruolo che inevitabilmente sarebbe stato criticato dalla rete, ovvero quello di “genio visionario” e di grande “esperto” di telefonia. E così ad esempio, nell’ambito di giustificare la scelta dei 5,5 pollici, lo si sente ripetere più e più volte che il telefono più venduto dell’anno è comunque un 5 pollici, ovvero l’iPhone 6. Peccato però che l’iPhone 6 sia un 4,7 pollici (un errore che uno davvero appassionato di telefonia non commette). Lo si sente elogiare il processore MediaTek scelto, ed anche qui inevitabilmente la rete “storce” il naso. One Plus One era equipaggiato con uno Snapdragon, un processore che davvero viene utilizzato dai grandi competitors (Sony, Htc, Lg, anche Samsung fino al 2014). Chi è appassionato di telefonia sa benissimo che i MediaTek, che pur stanno facendo oggettivamente dei passi da gigante, ma sono comunque processori di solito inseriti all’interno di smartphone low-cost e lontani dalle prestazioni degli Snapdragon. Certo, lo Snapdragon 810 ha mostrato diversi problemi e nei primissimi benchmark effettuati è risultato essere inferiore al MediaTek 6795 scelto da Stonex. Sappiamo benissimo però che i benchmark hanno spesso poco a che vedere con l’esperienza utente finale, e soprattutto la Qualcomm ha messo un’ottima pezza con lo Snapdragon 808 che, a detta di praticamente tutti i possessori di G4, gira benissimo.                                                                                                                                           Insomma, la cosa che infastidisce più di tutte è appunto l’atteggiamento di Facchinetti, il quale secondo me avrebbe dovuto approcciarsi in maniera più easy a questo settore, limitarsi a sfruttare la sua immagine e la sua notorietà (come è giusto che sia) per pubblicizzare il prodotto, senza però scendere in particolari tecnicismi che oggettivamente denotano la sua poca competenza nel settore. Senza girarci intorno, è una persona che ha i capitali e sta investendo in questo settore (cosa assolutamente legittima e anche da apprezzare), ma magari tutta questa enfasi nei video si poteva evitare;
3) l’ultimo grande punto interrogativo è rappresentato dagli innumerevoli punti ancora “oscuri” di questo progetto (sembra quasi un gioco di parole). Se andiamo a fare il parallelo con One Plus One, a questo punto noi avevamo già davanti il design definitivo del prodotto ed il suo sistema operativo, mentre ancora oggi non si conosce l’aspetto definitivo (oggi è stato svelato un primo mockup) ne tanto meno la parte software (sarà ovviamente basato su Android con interfaccia chiamata Ciao OS). Tenendo presente che hanno già fatto partire i pre-ordini, direi che si tratta di un aspetto alquanto singolare, ma staremo a vedere.                           C’è poi la questione relativa ai sorgenti del processore MediaTek. Facchinetti ha ripetuto più volte che uno degli obiettivi dello Stonex One è creare una vera e propria comunità di sviluppatori indipendenti che diano una mano a far crescere questo progetto magari con “app” studiate ad hoc. Il problema sorge sul fatto che, notoriamente, MediaTek non rilascia i sorgenti, e di conseguenza questo crea grandi problemi soprattutto in relazione agli aggiornamenti. Anche qui, ad onor del vero, occorre fare una precisazione: nel video in cui veniva annunciato il processore scelto, il socio di Facchinetti ha sottolineato il fatto di aver stretto un accordo in esclusiva con MediaTek per ricevere i sorgenti del modello di processore montato sullo Stonex One. Anche in questo caso, la cosa mi lascia un attimo perplesso: veri e propri colossi come Xiaomi o Meizu non sono riuscite in questa impresa, mentre quella che sembra essere una sorta di start-up ci è riuscita. Che ci sia qualche investitore di primo livello alle spalle? Anche in questo caso staremo a vedere, ma ovviamente ci fidiamo delle parole del socio di Facchinetti.
Fatta questa analisi, personalmente mi sento comunque di fare, in un certo senso, i complimenti a Facchinetti. Il progetto infatti prevede anche un investimento di 500.000 euro nelle start-up, tant’è che una prima start-up di giovani laureati pare essere stata già selezionata per essere in parte finanziata. Se questa cosa si rivela essere vera senza cose strane, va oggettivamente fatto un plauso a Facchinetti, visto che alla fine sono capitali privati che sta investendo.                                                                                                       Inoltre, inutile dire che da appassionato sono molto curioso di poter provare questo Stonex One, in quanto sono sempre convinto che un giudizio definitivo su uno smartphone lo si possa dare solo dopo una prova approfondita. Per cui, tenendo presente tutte le incertezze che ho espresso in questo articolo (incertezze che doverosamente vi ho descritto), aspetto con ansia di averlo tra le mani.                                                             E voi, che idea vi siete fatti a riguardo? Coraggio, discutiamone insieme!

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